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  • Immagine del redattoreLucia Padovani

UN ADDIO CHE SUONA COME UN GRAZIE!

Aggiornamento: 14 mar 2021

Mancano 10 giorni … continuo a ripeterlo da stamani come un disco rotto perché il dolore non lo sopporto più e non sopporto nemmeno questa spada di Damocle che mi sta sulla testa.

Tolto il dente tolto il dolore no?

Eppure questo dolore mi arriva come un pianto, sconsolato, che mi dice: “Non è giusto. Stai per uccidermi ed io non me lo merito”.

Non faccio che sognare cadaveri, donne morte, squartate, bruciate. Anche stanotte è stata l'apoteosi della follia onirica. Lo so che il mio cervello sta cercando di elaborare questa cosa, che sta cercando di elaborare questo tuo travaglio, questo tuo grido disperato.

Sai, una parte di me dice che sarà un supplizio, mentre l'altra dice che sarà una liberazione. Forse la verità sta in mezzo, forse sarà un passaggio doloroso che lascerà un vuoto enorme, ma che potrò riempire questo vuoto in tanti modi nuovi di essere donna.

In questo momento mi viene da dire “Basta” e lo dico ad alta voce perché ho sempre vissuto così i miei lutti, dicendo basta e poi andando oltre, pur sapendo che lasciavo degli strascichi infiniti dentro di me i quali si placavano solo quando mi decidevo ad elaborare quel dolore come si deve. Perciò nella mia testa continua a ribattere quella frase secca: “Adesso basta!” ma, credimi, non è perché me ne frego di te, ma perché devo smetterla di piangere, perché voglio iniziare a stare bene e ad immaginare, desiderare e realizzare qualcosa di nuovo anche in onore tuo.

Ecco! Questo mi sembra importante. Che tutto quello che avverrà sarà per celebrare la tua assenza, per rendere onore a tutti quei figli senza volto né corpo che però vivranno grazie a te e a me.

Sei stato un vero guerriero ed hai lottato come un gigante. Non avrei potuto avere un amico nato malato più forte di te. Sono poche le donne che possono dire questo del loro utero, ma io questo di te lo posso dire. Lo strazio ed il dolore vero che non mollava mai noi lo conosciamo. Il dispiacere dei sogni che si infrangevano noi lo abbiamo vissuto. Gli altri diranno che sono solo sciocchezze, ma noi sappiamo di cosa stiamo parlando ed è proprio per questo, per liberare sia me che te da questo dolore che dobbiamo farla finita.

Io non voglio che tu soffra più ed io merito di gioire. Dici che ci saranno altre sofferenze? Può darsi! Le affronterò di volta in volta. Ma questa rinascita parte da qui, parte da questo tuo sacrificio che non sarà inutile, te lo prometto.

Certo che siamo una cosa sola caro amico mio, ma cerca di capire che io non faccio questo contro di te ma per me. Questo tuo dolore io lo sento, questo tuo gridare di paura lo ascolto e lo vivo con te, che sei in me e sei me. Non sono indifferente!

Ma ora lasciami andare, ti prego, lascia che io possa volare libera, nel cuore, nell'anima e nella mente, lascia che possa ridere e correre come non ho mai fatto e lascia infine che possa ridere di me e di te che sicuramente sembreremo ridicoli perfino in questo ultimo atto tragicomico della nostra vita insieme.

Ti prometto fin da ora che riempirò quel vaso vuoto di risate, tutte quelle che non abbiamo potuto fare insieme ma che arriveranno fino al cielo e fin dove il cuore di una donna nuova e comunque piena di amore può arrivare. In ogni tempo, luogo, spazio, utero e pianeta.

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