Ci sono periodi della vita che ti piegano come ferro caldo. Sembra davvero di stare lì, tra l’incudine e il martello, mentre il fabbro sferra colpi con tutta la sua potenza.
Non ti muovi, non potresti anche se volessi.
Resti lì, inerme, e aspetti che quello che sta accadendo porti a compimento la sua opera, il cambiamento che devi fare; aspetti solo di diventare altro rispetto a quello che sei stato fino a quel momento.
Nel frattempo pensi di non essere più in grado di sopportare, perché ti fa male tutto, anche le ossa, anche pensare, e poi all’improvviso … i colpi cessano.
Non è ancora finita, lo sai, ma forse anche il fabbro è stanco e tu hai la possibilità di respirare, di guardarti intorno, di vedere quello che sei diventata.
Ti osservi e ti accorgi che non sei più ferro, che sei cristallo, un grosso lampadario di cristallo, fatto di tante gocce … fragile, con mille sfaccettature, una per ogni esperienza che hai attraversato e che ti ha modificata.
Ecco, adesso sei questo: lacrime, diversità e prove … e poi luce, creatività e allegria.
“Dove vado ora mastro ferraio?”
“Ad illuminare una stanza buia.”
“E dov’è questa stanza buia?”
“È dentro di te!”
“E come faccio ad andarci?”
“Ci sei già, devi solo accendere la luce …”
“Ho paura mastro ferraio di quello che vedrò!”
“Sei stata forgiata per questo … per vedere ed illuminare, per guardare e capire. Sei stata ferro troppo a lungo, adesso devi trasparire.”
“Ma mi sentirò vulnerabile, nuda e sola appesa a questo soffitto!”
“Il viaggio della vita lo si fa da soli, è un’esperienza unica. Credere che gli altri siano lì eternamente, per il nostro uso o piacere, è un’illusione. Bisogna essere grati quando ci sono, ma lasciargli vivere il loro il cammino anche quando se ne vanno lontani da noi … Ognuno ha il suo percorso e può scegliere: se fare luce ed illuminare, oppure stare al buio e rimanere cieco … Se poi vuoi rimanere ferro avrai ancora bisogno del mastro ferraio che ti pieghi.”
“Quindi devo accendermi?”
“Accenditi e dimmi cosa vedi.”
“Vedo che sto in mezzo ad un crocevia. Ci sono due strade che mi attraversano.”
“Una è la linea della vita terrena e l’altra è quella dello spirito.
"Poi cosa vedi?”
“Vedo tutto. Il passato, il presente e mi sembra di intravedere perfino anche qualche ombra nel futuro.”
“E poi cos’altro vedi?”
“Che ci sono tante cose inutili, che c’è tanta polvere, ragnatele e sporcizia che può essere tolta.”
“Dipende solo da te!”
“Ma io sono solo un lampadario!”
“La luce illumina e pulisce. È la saggezza che fa guardare le cose con occhio diverso … quando il tuo sguardo sarà illuminato e vedrà le cose in modo nuovo, tutto assumerà un aspetto diverso.”
“Allora è come un brutto incantesimo!”
“Sì, è come un brutto incantesimo che solo voi potete spezzare.”
“Ed io ho il potere di spezzarlo?”
“Certo! Tutti hanno questa luce dentro, ma se restano ferro non possono utilizzarla per spezzare gli incantesimi. Come ti senti adesso?”
“In pace con ogni tempo che ho vissuto.”
“E perché?”
“Perché lo sto guardando senza pretese. Tutto è quello che è, ed è servito a farmi diventare un lampadario.”
“Allora il mastro ferraio adesso può anche riposarsi un po’ …”
“Ma io starò qui a fare sempre il lampadario?”
“Cosa vorresti essere?”
“Una lucciola!”
“E allora vola piccola lucciola … l’essere ciò che sei non toglie niente a nessuno, può far solo crescere l’amore!”
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