Ho sempre avuto dei grossi problemi ad accettare le mie fragilità.
Le vedevo, le sentivo, le comprendevo, ma mostrarle era dura, troppo dura.
Non è che proprio me ne vergognassi, ma mi faceva sentire come qualcuno che mette in mano la sciabola al boia … vulnerabile!
Il mio istinto animalesco, il bisogno di proteggermi e di farmi amare, ha creato l'immagine che poi ho dato di me: quella di una donna sempre forte, sempre all'altezza delle situazioni, sempre con il fucile in mano e l'elmetto in testa.
Che assurdità!
Dico oggi a me stessa … Certo, di personaggi che si sono avvicendati nella mia vita e che hanno capito quali erano le mie debolezze e ne hanno approfittato, o che non le hanno perdonate, ce ne sono stati … tanti! A guardarli con gli occhi di oggi capisco che il loro bisogno di una “falsa forza” era più grande del mio e che, specchiandosi in queste fragilità, sono diventati violenti, come animali feriti.
Nessun giudizio … se ho ricevuto del male è perchè l'ho sempre permesso.
È una danza a due, come il tango, e se uno dei due non vuole ballare il gioco non funziona!
A dirla tutta oggi vedo in queste esperienze una vera occasione di crescita … ho capito che è per questo che dovremmo amare i nostri “nemici”, perchè solo loro sono in grado di farci affrontare i nostri demoni … sempre che ne abbiamo voglia ovvio, altrimenti restiamo a crogiolarci nel vittimismo per sempre!
Capire, quindi, quali sono le nostre fragilità, imparare ad accettarle e anche ad amarle è il primo e più importante passo verso la guarigione, verso la risoluzione delle cose che ci tormentano. Il secondo passo è scegliere con chi stare.
È necessario fare una cernita dentro noi stessi tra “conoscenze” ed altro … ci sono persone che possono stare nel nostro cuore e persone che devono starne fuori, almeno finchè non cambiano le cose o finchè non cambiamo noi. Cercate di essere cordiali con tutti, ma non vi fate penetrare da tutti, altrimenti le vostre debolezze diventeranno più forti e più radicate ed entrerete in un cerchio vizioso da cui è davvero difficile uscire. Egocentrici, narcisisti, possessivi, vampiri energetici, indifferenti, maleducati … volete davvero che facciano parte della vostra vita più intima? Avete un dovere: proteggervi e nella maniera giusta. Un'accurata selezione sta alla base di una buona vita.
Il terzo passo è niente più aspettative. Né nei vostri confronti né nei confronti degli altri. Su se stessi si può solo lavorare e tanto! Chi nasconde la testa sotto la sabbia, chi mette il lavoro o altro prima dei propri bisogni, chi non sa ascoltarsi e farsi le giuste domande avrà una vita mediocre, o per meglio dire, una “non vita”! Sugli altri si può solo lavorare indirettamente, cioè credendo che il mio cambiamento porterà cambiamento in chi mi sta intorno. E questa è una certezza.
Il quarto passo è fare silenzio nella mente ed imparare a stare da soli standoci bene. La confusione, il divertimento forzato, il cercare di coprire certi vuoti interiori con il caos non porta a nulla di buono o di costruttivo.
Il quinto passo è smetterla di dare la colpa agli altri di quello che ci succede. La responsabilità della vita è sempre nostra, in qualunque caso e non c'è capro espiatorio che tenga. Se vi fa comodo per restare ciechi continuate pure per questa strada, altrimenti riprendete le redini in mano e cercate di mandare il carro ed i cavalli dove volete voi. Se devo schiantarmi in un muro voglio farlo a modo mio!
Ci sarebbe anche altro da dire … ma tra settembre e ottobre ricomincerò con le mie serate dove potremo confrontarci su tanti argomenti. Sempre che ne abbiate voglia … ovviamente!
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