Dove stai scivolando mamma?
Sei entrata in quel gorgo infernale che ti porterà via e mi chiedo: almeno adesso sei serena?
Sei felice a ricordarci solo quando eravamo bambini? Sei felice a ricordarti giovane con babbo? La senti la gioia mentre vivi in quel passato che non è reale oggi e che non lo era nemmeno allora?
Sei sempre stata dietro una porta mamma. Dall’altra parte, come dicevo io, e quella porta era sempre chiusa, come quella che ho dovuto forzare ieri per entrare in camera tua.
Lo so che cerchi di proteggerti dalle tue paure mamma, è sempre stato così, ma non c’è nascondiglio che ci possa preservare dai nostri demoni, perché loro ci trovano ovunque, non c’è scampo.
Ho guardato nei tuoi occhi ieri ed ho visto il gorgo.
Ho capito che non ti posso più ritrovare, che adesso sei come un bimbo sperduto … eppure il dolore più grande che sento non è quello di lasciarti andare, ma quello di non essere riuscita mai a prenderti … il dolore più profondo è quello di non essere riuscita ad aprire le tue porte, di non avere avuto le chiavi di quelle maledette porte, né la possibilità di viverti.
Roba semplice mamma, niente di che … un caffè in centro … un giro per negozi per cercare una camicetta … un film al cinema … piangere sulla tua spalla per i dolori dell’anima o per un amore perduto … potermi sentire al sicuro con te … sentirti complice.
Si può tagliare un cordone che non è stato legato?
L’ho rincorso per tanto tempo quel cordone e dopo mille giri mi sono seduta ed ho aspettato. Adesso ho capito che non ritornerai, che sei come un palloncino che scivola dalle mani … lo devo accettare, lo posso fare … l’amore fa davvero miracoli.
Ma stai tranquilla mamma, perché c’è un ricordo a cui mi aggrappo … ce n’è sempre uno che ci sostiene … e sei tu che mi tieni in collo e mi racconti una filastrocca all’infinito perché io te lo sto chiedendo … mi sorridi. Sei bella come non so cosa! Era una giornata buona e tu eri dolcissima.
Ti ritroverò lì per sempre mamma, perché in quel ricordo non manca nulla!
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