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Immagine del redattoreLucia Padovani

La vera morte da temere

Aggiornamento: 14 mar 2021

Cara amica mia,

la gente muore. Ogni giorno muore qualcuno e qualcun altro soffre in maniera indicibile.

Per quanto terribile sia questa cosa, per quanto ci spaventi, è un fatto ineluttabile. La nascita ci garantisce solo una cosa: la morte.

Eppure nessuno ne parla mai. Nessuno ne vuole parlare.

In maniera scaramantica crediamo di allontanare da noi quell'evento tacendolo e poi, quando ci arriva fra capo e collo, ci annienta.

Questa cosa mi assomiglia un po' al sesso sai? Che è passato dal totale tabù di ieri, all'abuso scervellato di oggi.

Mi domando se domani la morte ci troverà assolutamente disinvolti!

In effetti, in parte questo accade già. Quando ci ritroviamo seduti a mangiare davanti al telegiornale che ci propina ogni tipo di orrore senza avere nessun sussulto, se l'unica cosa che sappiamo fare poi è sentirci sdegnati senza muovere un dito, siamo già arrivati ad annientare il nostro senso civico e le nostre emozioni.

Quella che ci tocca ancora è la morte di una persona cara, è la nostra morte ... ma non nel modo giusto.

Sì perché io credo, correggimi se sbaglio, che noi dovremmo avere paura di NON VIVERE ogni minuto concesso, non di morire.

Quando penso alla mia morte sento che ho paura della sofferenza fisica, che mi spaventa l'idea di dare fastidio, che temo di non riuscire a fare tutte le cose che voglio fare, ma contemporaneamente mi sento anche stranamente curiosa rispetto a questa cosa ...

Che succederà? Cosa troverò? Chi vedrò?

Certo, per chi crede che il corpo sia unicamente una macchina che si ferma, dev'essere un bel casino. Per me che credo e so che c'è tanto ovunque ci giriamo ed ovunque andiamo oggi, domani e sempre, non c'è il patema d'animo.

Penso solo a quello che mi piacerebbe accadesse in quel momento. Anche qui sulla terra. Sarebbe bello organizzare il proprio funerale no? Come un regista dall'alto!

Per favore non mi mettete quel vestito, mi si vedono i rotoli di ciccia. Quel colore, dai, non mi sta bene con quel pallido cadaverico. Non mi pettinate così perbene, che nella vita non lo sono mai stata! Niente messa solenne grazie. A me va bene un prete a benedire e poi solo le persone che mi amano davvero (gli ipocriti fuori grazie) a raccontare di quanto li ho fatti ridere o delle cose che abbiamo condiviso ... perbenino però eh?!?! Senza esagerare!

E non mettete il mio corpo in bella vista, per carità. Ricordatevi di me com'ero, soprattutto quando vi sorridevo. Buttate le mie ceneri al vento, di nascosto, magari nel mare.

Oh, sarò egocentrica ma mi piace pensare che me ne andrò dappertutto e che finalmente conoscerò i fondali degli oceani e le profondità dei cieli senza averne più paura.

Bella roba gente! Che soddisfazione.

No, non sono malinconica, non è vero.

Sto pensando a quello che mi terrorizza della morte ... lasciare cose in sospeso. Questo sì che mi fa paura. Scoprire che ho fatto alla meno e che non ho dato il meglio di me, che non ho fatto tutto quello che potevo fare. Anche per me stessa.

Quello è il genere di morte che ti annienta davvero.

Ma tanto son tutte seghe mentali ... quando arriverò di là non mi fregherà più niente perché sarò in pace ... O no?

E se poi vedo tutti quelli che hanno spettegolato su di me e mi incazzo?

E se poi vedo quanto ho fatto star male gli altri e mi tormento?

Io credo che il purgatorio sia questo. Capire il dolore ... capire quanto siamo stati ignoranti in materia di amore, capire quanto poco ci siamo davvero messi in gioco rispetto alle possibilità che avevamo, quanto siamo rimasti impantanati nella mente piuttosto che ascoltare il cuore, per agire col cuore.

Sai che faccio nel frattempo cara? Io vivo! Al meglio che posso.

Al limite mi faranno una multa, ma di ladra non me lo daranno mai. Il tempo che mi hanno dato non l'ho rubato ... lo sto usando minuto per minuto, anzi, direi che lo sto divorando!

E che cavolo ...

Ti abbraccio stretta. Ti voglio tanto bene. A presto!

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