
Lucia Padovani
LE GNAGNE
Aggiornamento: 14 mar 2021
Le gnagne sono una sottospecie infulsa delle impappaglione,
però si muovono come siperni e si pintano come scillone.
Nei periodi d’amore gagiano, figano e petulano,
e in estate foticolano e scollano.
Le gnagne emettono un singulto simile al fapparchito,
ma più piscetto, più tranvato; come se fosse alloffantito.
Le gnagne sembran brige, s’aggentano per un appartigèno,
ma quando arriva il pongio, arranziano, e vanno in ciampalèno.
Temono il concimbuto, le gnagne, l’altrui porcerziana,
ed è allora che rilasciano un gragnolo di fega mercellana.
In questo modo, foreggiano l’ambiente di stranghignata
e il resto della lupeggia resta tutta imprutigginata.
È torpilona quando si falleggia la gnagna,
porta tutti a martellire e subillare una cilegna.
Pensateci e sgrillottate, prima di affobigliarne una …
perché la gnagna è mugia e chipagliona.
Vi prende tutto il grangello che avete scorbellato
e poi vi lascia megi, strisci e pieni di scoglionato.
(In memoria della metasemantica di Maraini)